L’AULA PIU’ STRETTA del mondo è un percorso inedito d’apprendimento, esterno e interno al carcere, che consente di scoprire punti di vista e pratiche molto particolari con cui viene esercitata la responsabilità e la leadership, con la finalità di mantenere insieme vincoli ed esigenze (anche drammatiche) in un ambiente con scarse risorse.
L’AULA PIU’ STRETTA è un esperimento prezioso e molto curato, mai proposto ai manager, per la prima volta aperto verso il sistema d’impresa e gli enti della Pubblica amministrazione che vogliono crescere e imparare dalle buone prassi.
Quali argomenti e problematiche affronta?
Premesso che la situazione proposta è talmente ricca di spunti di riflessione che ognuno ne vede diversi a seconda della propria sensibilità e del proprio interesse, ci sono alcune tematiche ricorrenti, su cui si è concentrata la riflessione nelle edizioni finora svolte:
- Assunzione di responsabilità personali che sostanziano il proprio ruolo;
- Motivazione e contributi professionali come orientamento ai comportamenti e alle azioni;
- Sviluppo e messa in atto del senso di appartenenza;
- Gestione di emergenze e di situazioni impreviste;
- Capacità di muoversi nel sistema delle regole e dei vincoli esistenti.
Abbiamo constatato che confrontarsi con questa istituzione, riflettendo su similitudini e diversità, permette alle persone di individuare ipotesi di intervento utilmente trasferibili nel proprio contesto lavorativo.
A chi può servire?
- A chi è impegnato nel ruolo di Responsabile di persone e di progetti: potrebbe “vedere” modalità di gestione della leadership utili a riflettere sul proprio ruolo;
- A chi si trova “imprigionato” nella ricerca di soluzioni all’interno di quadri di riferimento consolidati: approcci e culture diverse aiutano a scongelare routine operative inefficaci;
- A gruppi che cercano occasioni di pensiero creativo utilizzando punti di vista diversi: partendo dalle narrazioni ascoltate e confrontandole con le proprie storie, si attivano processi di allineamento e condivisione;
- A manager, dirigenti, direttori e coordinatori di persone e attività che operano in contesti di rischio, con forti limiti spazio-temporali, in situazioni di risorse limitate: i sistemi adattativi più semplici possono ispirare nuove pratiche, alimentare motivazioni, spirito d’iniziativa e passione per il proprio lavoro.